Percorso di: Valeria Angelozzi
Musiche e cura dell’audio di: Guido Mannucci Dove si trova il percorso: Atri (TE) - Abruzzo
N° Tappe: 6 Durata percorso: 1 h Info stradali: strada asfaltata Livello di difficoltà: Facile
Referente: Valeria Angelozzi: angelozziv@gmail.com
La prima tappa del percorso è la Porta di San Domenico, eretta nel XVI secolo: storico ingresso della città ducale, sorge accanto alla chiesa di San Giovanni Battista e all’antico convento dei frati domenicani. Il quartiere che si estende all’ombra del suo arco, San Domenico, era un tempo uno dei più poveri della città.
La seconda tappa è il Belvedere, a pochi passi dalla porta di San Domenico: una vista esclusiva, che abbraccia lo sguardo dal Gran Sasso al mare Adriatico. Alle spalle dell’ascoltatore si ergono le mura che circondano il giardino del Monastero di Santa Chiara, eretto nel XIII secolo, tuttora dimora delle Suore di clausura.
La terza tappa, nel cuore di Capo d’Atri, è Portico Capritti, uno degli scorci più caratteristici (e nascosti) di tutto il centro storico.
Proseguendo nel cuore del rione Capo d’Atri si giunge alla quarta tappa, ovvero la “u” che collega vico Giardinetto a Vico Tintoretto e Vico Rane, questi ultimi impreziositi dalla presenza di caratteristici archi bassi. L’ascoltatore, una volta giunto alla fine di vico Giardinetto, potrà scegliere se proseguire verso la tappa successiva passando per Rane o Tintoretto.
La quinta tappa è la tomba di Giacomo di Lisio, ultimo podestà di Atri sepolto nel 1415 nella chiesa di San Francesco e successivamente incastonato sotto l’arco adiacente. Conosciuto come “lu mammocce”, è da sempre ispiratore di leggende che terrorizzano i bambini, a causa delle sue fattezze incerte e deturpate dal tempo.
L’ultima tappa, ad un passo dalla Basilica Concattedrale di Santa Maria Assunta, è lo splendido scorcio di Largo Cherubini, proprietà dell’antica famiglia Cherubini, in passato una delle più ricche e influenti della città. Posto alle spalle dell’austero Palazzo Cherubini, con la sua torre e il suo camminamento, è uno dei luoghi più affascinanti del centro storico. La sua struttura ricorda quella di un teatro, con i suoi ingressi laterali e il suo declivio naturale.
Il percorso si conclude all’insegna della ricchezza e del potere, a chiusura di un cerchio iniziato dai luoghi popolari della città.
Bio
Valeria Angelozzi
Nasce ad Atri (Te) il 28/08/1989. È attrice e autrice; si diploma come attrice presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova “Mariangela Melato” nel 2014. In seguito approfondisce gli studi con Nicola Pannelli, Danio Manfredini, Fausto Paravidino, Valerio Binasco, Juan Mayorga, Michael Vogel (Familie Flöz), Lucia Calamaro. Dal 2015 lavora con Filippo Dini con cui porta in scena “Il borghese gentiluomo”, “Ivanov” e “Anfitrione”; con Roberto Rustioni in “Donne che sognarono cavalli”, “L’uomo con gli occhiali da hipster” e “Fascination” e in diverse produzioni del Teatro Nazionale di Genova. È tra i fondatori di Compagnia La Lucina, con cui realizza gli spettacoli “SONOSARÒ” e “Duetto. La Callas, la Tenia” di Antonio Moresco. Nel 2020 scrive “Dialoghi semiseri sull’amore”, reading brillante ispirato ai Dialoghi di Platone e il monologo assurdo “Sul dorso di un pesce volante. Fantomatici metodi di
Guido Mannucci
Nasce ad Atri (TE) nel 1988. È regista e dramaturg, cura la composizionedell’immagine scenica, compositore e sound designer. Consegue la laurea in Filosofianel 2014 presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna e successivamente si specializzaall’Università Statale di Milano in Estetica e Teoria delle Immagini. La sua ricerca si concentra sullo studio della costruzione dell’immagine nell’ambito delle arti performative e nei meccanismi interni alla relazione tra immagine e sguardo. È musicista polistrumentista, si occupa di composizione e sonorizzazione scenica. Studia pianoforte classico al conservatorio “D’Annunzio” di Pescara, si dedica in seguito alla musica elettronica, alla produzione e montaggio sonoro. Nel 2016 fonda Compagnia La Lucina. Attualmente studia e ricerca a Milano nel campo dei Visual Studies all’Accademia di Belle Arti di Brera e scrive per la rivista Antinomie.